Benvenuti sul blog di ForLife, lo studio specializzato in successioni ereditarie. Una delle domande frequenti che riceviamo è: “Si può confermare un testamento nullo?”
La risposta non è scontata, perché, in linea generale, la nullità rende l’atto come se non fosse mai esistito. Tuttavia, il Codice Civile prevede una regola speciale (art. 590 c.c.) che, in alcuni casi, permette di “salvare” le volontà del defunto. In questo articolo parleremo solo della conferma espressa, tralasciando la conferma tacita, che affronteremo in un’altra occasione.

Perché la legge ammette la conferma di un testamento nullo
L’ordinamento italiano cerca di rispettare il più possibile la volontà del testatore (principio del favor testamenti).
Se, dopo la morte, si scopre che esiste un documento contenente le ultime volontà del defunto, ma questo risulta nullo per un vizio formale (ad esempio, un testamento olografo non sottoscritto) o altre ragioni “meno gravi”:
Non sempre i familiari del testatore vogliono ignorarne la volontà.
A volte, tutti gli interessati concordano che fosse davvero la volontà del defunto, benché non conforme alle forme di legge.
In queste situazioni, l’art. 590 c.c. prevede che chi è chiamato alla successione possa confermare la disposizione nulla, rendendola di fatto efficace.
Che cos’è la conferma espressa
La conferma espressa è una dichiarazione formale con cui i soggetti che erediteranno (per legge o in base ad altre disposizioni valide) accettano di riconoscere efficacia alla disposizione testamentaria nulla, rendendola stabile e non più impugnabile da parte loro.
Esempio pratico
Tizio lascia un testamento scritto al computer e non firmato, istituendo erede la compagna Calpurnia. Questo testamento è nullo per difetto di forma. All’apertura della successione, i fratelli di Tizio (eredi legittimi) decidono di confermare espressamente le volontà del defunto, riconoscendo a Calpurnia l’eredità.
Le diverse interpretazioni sulla natura giuridica della conferma
La dottrina e la giurisprudenza si sono interrogate su cosa significhi davvero “confermare” un testamento nullo. Le ipotesi più discusse sono:
Rinuncia all’azione di nullità
Secondo alcuni, la conferma sarebbe semplicemente una rinuncia a far valere in tribunale la nullità, evitando così cause e controversie. In questo scenario, la disposizione rimarrebbe tecnicamente nulla e quindi potrebbe essere attaccata da terzi estranei, o rilevata d’ufficio dal giudice.
Un nuovo negozio inter vivos
Atto integrativo: la conferma sarebbe un vero e proprio nuovo titolo con cui gli eredi legittimi trasferiscono il bene al beneficiario, quasi fosse un “contratto” autonomo.
Adempimento di un’obbligazione naturale: i familiari avrebbero un “dovere morale” di rispettare la volontà del defunto e lo formalizzerebbero in un atto a favore del beneficiario della disposizione nulla.
Conferma in senso stretto (convalida)
Altri interpreti sostengono che la disposizione testamentaria, pur essendo nulla all’origine, possa risorgere come valida ed efficace grazie alla conferma espressa, proprio perché la legge lo consente in via eccezionale. In tal modo, il beneficiario acquisterebbe la qualità di erede o legatario per effetto del testamento (ora considerato valido).
Le conseguenze pratiche della conferma espressa
Le differenze interpretative hanno effetti concreti sul piano giuridico:
Status di erede:
Se la conferma è vista come un vero atto di “sanatoria”, il beneficiario diventa erede (o legatario) a tutti gli effetti, subentrando nella posizione giuridica del defunto.
Se invece è considerata semplice rinuncia a far valere la nullità o un atto inter vivos, l’erede rimane chi ha diritto per legge o in virtù di un altro testamento valido, e il beneficiario riceve i beni per cessione (non per successione).
Stabilità della conferma:
Nell’ipotesi della semplice “rinuncia all’azione di nullità”, resta il rischio che terzi (o il giudice d’ufficio) possano ancora far valere la nullità.
Invece, se si considera la conferma come una vera convalida, l’efficacia diventa definitiva e la volontà del defunto non può più essere messa in discussione.
Trascrizione:
In caso di autentica convalida, si potrebbe ritenere necessario trascrivere la conferma per dare pubblicità ai terzi.
Se è una semplice rinuncia o atto inter vivos, la trascrizione riguarderà l’eventuale atto di trasferimento successivo.
Limiti alla conferma: quando non è possibile “salvare” la disposizione nulla
Non ogni nullità può essere sanata. Alcuni vizi rendono il documento inesistente o palesemente contrario alla legge. Ad esempio:
Testamento falso (non è davvero la volontà del defunto).
Disposizioni che violino norme imperative (come un testamento a contenuto illecito).
Mancanza di un “contenuto minimo” per capire la reale volontà del testatore.
In queste circostanze, la conferma espressa non può operare. Non si può sanare l’insanabile.
Conclusioni: come procedere in pratica
La conferma espressa di un testamento nullo può essere un atto prezioso per rispettare le ultime volontà del defunto, specialmente se i difetti formali non lasciano dubbi sulla sua reale intenzione. Tuttavia, è fondamentale:
Verificare che la nullità sia “sanabile” ai sensi dell’art. 590 c.c.
Redigere una dichiarazione di conferma ben strutturata, valutando l’opportunità di trascriverla per la tutela di tutte le parti coinvolte.
Accertarsi che nessun altro soggetto (creditori, terzi aventi diritto) possa ancora impugnare il testamento.
Lo Studio ForLife offre consulenza personalizzata per:
Analizzare la natura della disposizione nulla.
Verificare la possibilità di confermarla espressamente.
Redigere gli atti giuridici necessari per rendere la conferma stabile e definitiva.
Se desideri maggiori informazioni o assistenza, contattaci: il nostro team di professionisti in diritto successorio è a tua disposizione per risolvere ogni dubbio e garantire che la volontà del testatore sia rispettata nel pieno rispetto delle norme.
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