La Successione Necessaria nel Diritto Italiano
La morte di una persona fisica determina l’apertura della sua successione, ai sensi dell’art. 456 c.c. A seguito di questo evento, l’intero patrimonio del defunto viene trasferito al chiamato che accetta l’eredità, diventando erede e subentrando in tutti i rapporti giuridici del defunto.
Nel diritto italiano, le fonti della successione ereditaria sono la legge e il testamento, come stabilito dall’art. 457, comma 1, c.c. La "successione testamentaria" e la "successione legittima" si distinguono dalla "successione necessaria," disciplinata dagli artt. 536 e seguenti del c.c. La successione necessaria garantisce una porzione dell’asse ereditario ai parenti più stretti del defunto (i cosiddetti "legittimari" o "eredi necessari": coniuge, persona unita civilmente, figli e, in assenza di figli, ascendenti).
Quota di Riserva
Il legislatore italiano ha istituito la quota di riserva per tutelare le aspettative degli eredi necessari, impedendo al testatore di preferire soggetti esterni al nucleo familiare mediante donazioni o disposizioni testamentarie. I legittimari non sono necessariamente eredi, poiché possono scegliere di non esercitare l’azione di riduzione per ottenere la quota di riserva, oppure possono aver già ricevuto tale quota tramite donazioni.
La successione necessaria non costituisce una terza forma di delazione rispetto alla successione testamentaria e alla successione legittima. Piuttosto, rappresenta una particolare ipotesi di successione “per legge,” che limita l’autonomia testamentaria. L’art. 457, comma 1, c.c. riconosce solo due fonti di delazione: quella testamentaria e quella ex lege. Pertanto, la successione necessaria è considerata una specie di successione legittima, definibile come “potenziata” poiché prevale sulla successione testamentaria in casi specifici, come disposto dal comma 3 dello stesso articolo.
La Posizione Giuridica del Legittimario
Il legittimario pretermesso acquisisce la qualità di erede ex lege solo dopo aver esercitato con successo l’azione di riduzione. Alla morte del defunto, il legittimario pretermesso ha solo un’aspettativa di delazione, subordinata all’esercizio vittorioso dell’azione giudiziaria. Ad esempio, se Tizio istituisce sua unica erede una fondazione, pretermettendo il figlio Caio, quest'ultimo diventa erede solo dopo aver esercitato l’azione di riduzione con successo.
Aspetti Controversi
La dottrina più risalente propone che il legittimario acquisisca immediatamente la qualità di erede per la quota riservata dalla legge, anche se pretermesso. Tuttavia, questa ricostruzione è contestata poiché non tiene conto della responsabilità dell’erede per i debiti ereditari e per i legati, e non è supportata dal disposto dell’art. 588, comma 1, c.c., che definisce erede solo colui al quale è attribuita una quota dei beni del testatore.
Conclusioni
La successione necessaria, pur non costituendo una terza forma di delazione, rappresenta una protezione fondamentale per i legittimari, garantendo loro una parte dell’eredità e limitando l’autonomia testamentaria del defunto. La complessità delle norme che regolano la successione necessaria richiede una conoscenza approfondita delle leggi e delle procedure coinvolte, rendendo fondamentale l’assistenza legale per gestire correttamente le questioni successorie. Fissa ora un appuntamento sul nostro sito www.forlifesrl.com
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