La rinuncia all'eredità è un atto che può essere esercitato solo dopo l'apertura della successione, come previsto dall’art. 456 c.c. La rinuncia posta in essere prima della morte del de cuius è nulla, in quanto violerebbe il divieto dei patti successori rinunziativi, come stabilito dall’art. 458 c.c. Ma quali sono le conseguenze di questa decisione e quali tempi vanno rispettati? Approfondiamo insieme.
I Patti Successori Rinunziativi: Cosa Prevede la Legge
Secondo l’art. 458 c.c., la rinuncia all’eredità prima della morte del de cuius è considerata un patto successorio vietato, e pertanto è nulla. Non è quindi possibile, ad esempio, che Caio rinunci all'eredità di Tizio prima della sua morte, poiché tale accordo andrebbe contro la normativa vigente.
La Prescrizione del Diritto di Rinunciare all’Eredità
Il legislatore non ha previsto una norma specifica riguardante la prescrizione del diritto di rinunciare all’eredità. Tuttavia, l’art. 480 c.c. stabilisce che il diritto di accettare l’eredità si prescrive entro dieci anni dall’apertura della successione. Questo termine si applica anche al diritto di rinunciare all’eredità, rendendo superflua una norma dedicata.
Il Termine di Dieci Anni: Quando Inizia a Decorrrere?
Il termine di prescrizione di dieci anni decorre dal giorno dell'apertura della successione, ovvero dalla morte del de cuius. Se l'eredità è condizionata da un’istituzione condizionale, il termine inizia a decorrere dal giorno in cui si verifica la condizione stessa.
Conseguenze del Mancato Rispetto dei Tempi
Se il chiamato all'eredità non accetta né rinuncia entro il termine di dieci anni, il diritto di accettare si prescrive.
A quel punto, ci sono diverse possibilità, a seconda della situazione:
Chiamati ulteriori o sostitutivi: Se il chiamato principale non si esprime e il suo diritto si prescrive, potrebbero subentrare i chiamati ulteriori, previsti nel testamento o dalla legge. Se, ad esempio, il chiamato aveva figli, questi non subentrano automaticamente alla chiamata, ma il loro diritto all’eredità dipende dalla presenza o meno di disposizioni testamentarie o leggi sulla rappresentazione.
Rappresentazione: Se il chiamato principale non accetta o rinuncia e viene a mancare (morte o altre cause), i suoi discendenti (come i figli) possono subentrare in sua vece, secondo l'istituto della rappresentazione (art. 467 c.c.). Questo avviene soprattutto nei casi di chiamata legittima e, in alcuni casi, testamentaria.
Coeredi: Se non vi sono successori per rappresentazione o ulteriori chiamati, e non c'è accettazione né rinuncia entro il termine, l'eredità si devolve agli altri coeredi, qualora presenti.
Parenti collaterali o ascendenti: In assenza di coeredi e discendenti, l'eredità può passare ai parenti collaterali (fratelli, sorelle, cugini) o ascendenti (genitori, nonni), in linea di successione legittima..
Quindi? Pianificare la Rinuncia all'Eredità
Per evitare errori o azioni nulle, è importante pianificare la gestione dell’eredità e della possibile rinuncia con la guida di esperti. La consulenza di ForLife può garantire che ogni decisione venga presa in modo informato e conforme alla legge, evitando rischi di nullità o prescrizioni. Prenota ora un appuntamento e visita il nostro sito www.forlifesrl.com
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