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Auto intestata al defunto: cosa fare?

  • sofiazanelotti
  • 17 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

La prima domanda che sorge quando un familiare muore lasciando un’auto è semplice solo in apparenza: “La voglio o la uso, quest’auto?”


Accettare l’eredità (con o senza beneficio d’inventario) significa diventare proprietari pro-quota di tutti i beni, veicolo compreso, assumendosi i relativi debiti; rinunciare, invece, vuol dire uscirne del tutto.

Il codice civile concede anche fino dieci anni per decidere, ma la realtà non sempre può aspettare: se nel frattempo usi la macchina, scatta il timer di 30 giorni previsto dal Codice della Strada per regolarizzare la posizione.

auto

I primi 30 giorni: libertà vigilata su quattro ruote

Immagina di chiamarti Mario, primogenito che torna a casa per il funerale. L’azienda di papà non può fermarsi e tu, unico con la patente, prendi l’auto di famiglia per consegnare un ordine urgente.


Per legge puoi farlo, ma solo per un massimo di trenta giorni dalla data del decesso.

Oltre quel limite la circolazione è vietata, a meno che tu non richieda un tagliando di intestazione temporanea “mortis causa” in Motorizzazione: costa poco tra bollo e diritti e non equivale ad accettare l’eredità, ma evita multe da oltre 700 euro e il ritiro dei documenti.


Dal notaio al PRA: la voltura raccontata bene

Quando tutti gli eredi hanno preso posizione e firmato, parte la corsa ai 60 giorni: è il termine per registrare la voltura al PRA (Pubblico Registro Automobilistico).

Serve l’atto di accettazione o la dichiarazione avanti al funzionario dell'ACI o dell'agenzia pratiche auto, il Documento Unico di circolazione, la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà e — se c’è — la copia del testamento.


Polizza assicurativa: quando la rivalza non perdona

L’assicurazione RCA non si spegne con il proprietario. Occorre comunicare subito il decesso alla compagnia: si può volturare il contratto, stipulare una temporanea o sospenderlo se l’auto resta ferma.


Attenzione alle classi di merito: la “Bersani” sopravvive solo se l’erede è convivente; con più firmatari qualche compagnia applica la classe peggiore.


Tasse, revisioni e sorprese in visura

Finché il veicolo resta iscritto al PRA, il bollo continua a maturare. Se l’auto non circola, si può chiedere l’esonero presentando certificato di morte e dichiarazione d’inutilizzo; senza RCA, però, deve rimanere in area privata.Controllate anche revisione, fermi amministrativi e ipoteche: meglio scoprirli prima che durante il passaggio di proprietà.


E se un erede fa muro?

Capita che un fratello non firmi e senza la sua adesione o una rinuncia formale, la voltura è bloccata: il PRA pretende la titolarità di tutti.

Le strade sono tre: delega, invito formale tramite notaio o avvocato, oppure (se potete permettervelo) pazientare fino alla prescrizione della successione tenendo l’auto ferma con intestazione temporanea.


Vendere, demolire, donare: scenari finali

Non volete l’auto? Potete:

  • vendere a un terzo con atto di accettazione e cessione nello stesso giorno;

  • assegnare a un solo erede che compra le quote altrui, evitando la cointestazione;

  • demolire in un centro autorizzato;

  • esportare all’estero con radiazione e riconsegna delle targhe.


Conclusione – Metti al sicuro eredità e portafoglio

Gestire l’auto di una persona cara richiede più burocrazia di quanto sembri, ma conoscere le scadenze e i costi ti mette al riparo da sanzioni pesanti.


Se hai dubbi sulla formula di accettazione, sui documenti da preparare o su come trattare un coerede riottoso, ForLife è al tuo fianco: contattaci per una consulenza personalizzata e affronta ogni passo con la serenità che meriti.

 
 
 
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