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Chi eredita TFR, polizza vita e diritti d’autore? Ecco i “lasci jure proprio” che non passano dall’eredità

  • sofiazanelotti
  • 7 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando una persona muore l’asse ereditario si forma in automatico, ma non tutto ciò che “nasce” da quell’evento entra nella successione. Esistono attribuzioni che scattano jure proprio: il diritto nasce direttamente in capo a soggetti determinati come effetto della morte, senza passare dal patrimonio del defunto. L’erede può anche rinunciare, quei beni restano comunque ai loro beneficiari. Conoscerli è essenziale per pianificare la successione, evitare contestazioni e tutelare i propri diritti.

jure proprio
  1. Indennità di fine rapporto: come funziona il TFR dopo la morte del lavoratore

Il TFR non diventa mai un bene del defunto. La legge (art. 2122 c.c.) lo attribuisce al coniuge, ai figli e – se vivevano a suo carico – a parenti entro il terzo grado o affini entro il secondo. L’importo si divide secondo il bisogno di ciascuno; se mancano questi soggetti si applica la successione legittima. Il coniuge divorziato che percepisce assegno ex art. 5 L. 898/70 ha diritto a una quota.


L’erede che rinuncia non perde il TFR perché lo riceve jure proprio.


2.Polizze vita: la somma va al beneficiario, non agli eredi

La polizza vita è l’esempio più limpido di acquisto jure proprio. L’art. 1920 c.c. stabilisce che il beneficiario designato “acquista un diritto proprio ai vantaggi dell’assicurazione”. La somma assicurata resta fuori dall’attivo ereditario, non è soggetta a collazione né a riduzione e arriva al beneficiario anche se tutti gli eredi rinunciano.


3.Diritto d’autore: patrimoniale vs. morale

Alla morte dell’autore i diritti patrimoniali (sfruttamento economico) passano agli eredi per 70 anni. Il diritto morale – paternità, integrità e ritiro dell’opera – non si trasmette. I familiari individuati dall’art. 23 L. 633/1941 (coniuge, figli, ascendenti, discendenti, fratelli) possono farlo valere jure proprio: agiscono in nome proprio per difendere l’onore dell’opera, non come eredi.


4.Alloggi ERP: quando l’assegnazione si trasforma in proprietà

Se l’assegnatario di un alloggio di edilizia residenziale pubblica presenta domanda di riscatto e muore prima dell’atto, la legge 136/2001 impone all’ente proprietario di concludere la vendita con gli eredi. La domanda, infatti, genera un’aspettativa che si consolida jure proprio al momento del decesso.


5.Risarcimento per morte di un familiare che sosteneva la famiglia

La perdita del sostegno economico crea un diritto al risarcimento direttamente in capo ai congiunti che vivevano a carico del defunto. Non è un credito del de cuius, ma un danno proprio di chi resta. Si cumula all’eventuale danno biologico che, invece, cade in successione.


6.Agricoltura di montagna: l’acquisto coattivo dei fondi rustici

Nei comuni montani l’erede affittuario può, alla scadenza dell’affitto, obbligare i coeredi a vendergli la quota dei terreni agricoli (art. 4 L. 97/1994). Il diritto nasce jure proprio per salvaguardare l’unità dell’azienda e non dipende dall’accettazione dell’eredità.


Perché conoscere gli acquisti jure proprio conviene?

Sapere in anticipo quali cespiti restano fuori dalla successione evita contestazioni fra eredi, consente di programmare donazioni o polizze vita mirate e tutela i soggetti economicamente più deboli che la legge vuole proteggere.


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