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Chi ha diritto al risarcimento del danno per la morte di un familiare?

  • sofiazanelotti
  • 8 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

In Italia esistono situazioni in cui la morte di una persona fa nascere diritti jure proprio – ossia diritti che spettano direttamente a determinati soggetti e non transitano dal patrimonio del defunto. Fra questi rientra il risarcimento per la perdita del contributo economico assicurato dal familiare scomparso. Non si tratta di una “quota” di eredità: l’evento morte agisce solo come condizione che fa scattare il diritto del superstite, totalmente indipendente dalle regole successorie.

risarcimento morte

Quando il risarcimento non è eredità

In Italia esistono situazioni in cui la morte di una persona fa nascere diritti jure proprio – ossia diritti che spettano direttamente a determinati soggetti e non transitano dal patrimonio del defunto. Fra questi rientra il risarcimento per la perdita del contributo economico assicurato dal familiare scomparso. Non si tratta di una “quota” di eredità: l’evento morte agisce solo come condizione che fa scattare il diritto del superstite, totalmente indipendente dalle regole successorie.


Il sostegno economico perduto: chi è considerato danneggiato?

Giurisprudenza consolidata riconosce come “danneggiati” tutti coloro che, di fatto, facevano affidamento sul reddito del defunto per la propria sussistenza:

  • il coniuge o il convivente – anche di fatto, se economicamente dipendente;

  • figli, genitori, fratelli o altri parenti che ricevevano prestazioni alimentari o vitalizie;

  • chiunque provi di avere perso, con il decesso, un apporto economico stabile e determinante.

La prova, spesso documentale (buste paga, bonifici, testimonianze), è cruciale per dimostrare l’effettiva incidenza di quel reddito nel bilancio familiare.


Esempio:

Immaginiamo Carlo, artigiano quarantenne, unico percettore di reddito in casa. Alla sua morte improvvisa in un incidente stradale, la moglie Laura e i due figli minorenni rimangono senza mezzi. Pur rinunciando all’eredità (temendo debiti sconosciuti), Laura mantiene il diritto jure proprio al risarcimento per la perdita di sostegno economico: la rinuncia non incide su quel credito, che nasce direttamente in capo a lei e ai figli.


Risarcimento del danno vs. danno biologico

Da non confondere il credito appena descritto con il danno biologico: quest’ultimo riguarda la lesione dell’integrità fisica subita dalla vittima nell’incidente e rientra nel suo patrimonio, trasmettendosi agli eredi secondo le norme successorie. Il risarcimento per il venir meno del reddito, invece, spetta ai superstiti in proprio e rimane fuori dalla massa ereditaria.


Se rinuncio all’eredità perdo il risarcimento?

No. Proprio perché il diritto nasce jure proprio, può essere esercitato anche da chi decide di non accettare l’eredità. In altre parole, la scelta di rinunciare a beni e debiti non fa perdere la possibilità di ottenere il ristoro economico per la perdita subita.

Come far valere il proprio diritto

  1. Accertare la responsabilità dell’evento (sinistro stradale, infortunio sul lavoro, errore medico ecc.).

  2. Quantificare il danno: occorre stimare il reddito che il defunto avrebbe presumibilmente percepito, tenendo conto di età, carriera, aspettativa di vita e necessità dei superstiti.

  3. Agire entro i termini di prescrizione (cinque anni per responsabilità extracontrattuale), avviando una trattativa con l’assicurazione o ricorrendo al giudice se serve.


Conclusione

Perdere il pilastro economico della famiglia è un colpo durissimo, ma la legge tutela i superstiti assicurando loro un risarcimento che non dipende dall’eredità. Comprendere tempistiche e prove necessarie è fondamentale per non vedere frustrati i propri diritti.

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