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Collazione volontaria: quando il testatore può stabilire regole diverse

  • sofiazanelotti
  • 12 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando si parla di collazione ereditaria, spesso si pensa a un meccanismo rigido e imposto dalla legge. In realtà, il codice civile italiano prevede che questo istituto possa essere ampiamente derogato dalla volontà del defunto, aprendo la strada a quella che viene chiamata collazione volontaria.

Ma cosa significa, in concreto, e in quali situazioni può avvenire?

collazione

La regola generale e la sua eccezione

In termini semplici, la collazione serve a riequilibrare le quote tra gli eredi quando qualcuno di loro ha già ricevuto donazioni in vita dal defunto. L’art. 737 del codice civile stabilisce che i donatari, se diventano eredi, sono obbligati a conferire nella massa ereditaria quanto ricevuto “salvo che il defunto non li abbia da ciò dispensati”.


Questa clausola è la chiave per capire la collazione volontaria: se è possibile esonerare dalla collazione, è anche possibile fare l’opposto, cioè imporla o estenderla a casi che normalmente non sarebbero previsti dalla legge.


Quando la collazione volontaria si può applicare

La volontà del testatore può ampliare il perimetro della collazione in modi diversi. Ecco tre esempi concreti.

1. Coinvolgere soggetti che di norma non collazionano

Pensiamo a un caso: Tizio non ha figli né coniuge, ma solo fratelli e sorelle. La legge non obbligherebbe questi ultimi alla collazione, ma Tizio può decidere nel testamento che, per evitare disparità, anche il fratello Filano dovrà restituire alla massa ereditaria quanto ricevuto in donazione in vita.

2. Includere attribuzioni normalmente escluse

Spese di mantenimento, di educazione o per malattia non devono essere collazionate, secondo l’art. 742 c.c. Tuttavia, il testatore può disporre diversamente, imponendo che anche queste somme rientrino nel calcolo complessivo dell’eredità.

3. Estendere la collazione ai legati

La collazione riguarda per legge solo le donazioni fatte in vita, ma nulla vieta al testatore di includere anche i legati. Può essere utile quando il legato non è un “di più” rispetto alla quota ereditaria, ma un’anticipazione o un acconto su di essa.


Perché è uno strumento potente (e delicato)

La collazione volontaria è uno strumento che permette al de cuius di modellare la distribuzione del patrimonio in base alle dinamiche familiari e alla propria idea di equità. Tuttavia, proprio perché va oltre le regole ordinarie, deve essere espressa in modo chiaro e preciso nel testamento, per evitare contenziosi tra gli eredi.

In sintesi, la collazione volontaria è una scelta strategica che il testatore può adottare per garantire una distribuzione equilibrata, anche in contesti che la legge non regolerebbe.


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