top of page

Come funziona la riabilitazione dell’indegno nella successione ereditaria?

  • sofiazanelotti
  • 21 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

C’è un limite oltre il quale la legge esclude un erede: chi si macchia di un comportamento gravissimo nei confronti del futuro defunto (il de cuius) incorre nell’indegnità e non può ricevere l’eredità. Eppure lo stesso ordinamento apre una seconda strada: la riabilitazione. Si tratta di un vero e proprio “perdono giuridico”, con cui il soggetto offeso decide di riammettere l’indegno alla propria successione ereditaria.

indegno

Che cos’è la riabilitazione dell’indegno

La riabilitazione è una dichiarazione di perdono, prevista dall’articolo 466 del Codice civile, con la quale si eliminano le conseguenze dell’atto disonorevole. In pratica, l’erede che aveva perso ogni diritto torna pienamente in gioco.

Un esempio concreto: immaginiamo un padre che subisca un tentativo di estorsione dal figlio. Se, dopo aver denunciato il fatto, il padre decide di “cancellare” quella colpa ai fini dell’eredità, potrà farlo soltanto attraverso la riabilitazione.

Quando il perdono è valido (e quando no)

Il perdono deve essere successivo al fatto illecito: la legge non ammette una riabilitazione “in anticipo”. Non avrebbe senso, infatti, perdonare qualcuno per un reato non ancora commesso. È lo stesso Codice a escludere qualunque sanatoria preventiva: la riabilitazione vive solo dopo che l’indegnità è sorta.


Un atto che non torna indietro

Per sua natura, il perdono non è revocabile. Una volta compiuto, resta tale anche se inserito in un testamento (che di regola può essere modificato o cancellato). La giurisprudenza spiega che il sentimento di perdono, una volta espresso, non si può ritrattare. Così, se domani quel testamento venisse revocato, la riabilitazione manterrebbe comunque i suoi effetti.

Mini-caso: nel 2014 Tizione, ferito dal tentato omicidio del figlio Tizio, scrive a mano: «Io, Tizione, perdono mio figlio e lo riabilito». Anche se la frase occupa una sola riga, la scheda rispetta i requisiti del testamento olografo (data, autografia e firma) e rende il perdono irrevocabile.

Le forme richieste: atto pubblico o testamento

La riabilitazione è un atto formale: si può compiere soltanto con atto pubblico davanti a notaio oppure in sede testamentaria, scegliendo qualunque forma tra quelle ammesse (olografo, pubblico o segreto). In assenza di queste garanzie di forma, il perdono non produce effetti.

Perché tanta rigidità? Perché la riabilitazione incide sulla sfera patrimoniale di tutti gli eredi e deve essere incontestabile. Da qui la necessità di un documento chiaro, datato e firmato.

Effetti pratici sulla successione

Dal momento in cui il perdono è validamente espresso, l’indegno viene riammesso come se l’offesa non fosse mai avvenuta. Parteciperà alla divisione dei beni, potrà accettare o rinunciare all’eredità e, se necessario, intraprendere azioni a tutela dei suoi diritti successori.


Hai un dubbio sulla riabilitazione o temi che un erede possa essere dichiarato indegno?

Parlane con gli esperti di successioni di ForLife: trasformiamo la complessità giuridica in soluzioni concrete per te e la tua famiglia. Contattaci ora e visita il nostro sito www.forlifesrl.com

 
 
 

Commenti


bottom of page