Come sbloccare un conto corrente ereditato se un erede non firma?
- sofiazanelotti
- 30 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 31 lug
Quando il titolare di un conto corrente muore, il rapporto contrattuale non si estingue: diventa una comunione ereditaria fra tutti gli aventi diritto. La banca, dunque, non ha più un solo correntista – ne ha tanti quanti sono gli eredi. L’articolo 1854 del Codice civile sancisce che i contitolari sono creditori (o debitori) in solido del saldo, mentre l’articolo 1298 presume che le quote siano uguali. Se il defunto aveva un conto cointestato, la legge presume – salvo prova contraria – che ognuno abbia versato la stessa provvista

Pensate a un padre anziano che cointesta il proprio conto al figlio per comodità: sulla carta metà dei soldi sarebbero di ciascuno, anche se in realtà i versamenti li ha fatti solo il genitore. Alla sua morte, quegli importi entrano nell’asse ereditario e il figlio dovrà fornire prova – ricevute di bonifico, estratti, corrispondenza bancaria – per dimostrare che la provvista era tutta del padre.
Il nodo fiscale: la dichiarazione di successione
A complicare la vita arriva l’art. 48 del d.lgs 346/1990 (Testo unico successioni e donazioni). Questa norma impone a banche e intermediari un divieto di eseguire “alcuna operazione concernente titoli o somme trasferite per causa di morte” finché non venga prodotta la dichiarazione di successione oppure un’attestazione che ne escluda l’obbligo. Chi sblocca i fondi senza aver ricevuto i documenti rischia le sanzioni tributarie dell’art. 53 dello stesso decreto.
È come se l’Agenzia delle Entrate apponesse un lucchetto fiscale sul conto: fino a quando non arriva la chiave – la denuncia telematica registrata o la dichiarazione sostitutiva di atto notorio – il saldo resta congelato.
Quando la banca può dire di no (ed essere nel giusto)
Molti eredi confondono il loro diritto sostanziale con la legittimazione pratica a prelevare. La Cassazione e l’Arbitro Bancario Finanziario hanno chiarito che la banca può rifiutare l’esecuzione se:
non è stata presentata la dichiarazione di successione o la dichiarazione negativa prevista dall’art. 48;
manca la prova notarile o sostitutiva della qualità di erede;
il de cuius possedeva altri titoli o cassette di sicurezza le cui quote non sono state determinate (art. 11, co. 2, T.U. successioni).
Di fronte a questi stop, l’istituto non è inadempiente: sta semplicemente adempiendo a un obbligo di legge che tutela sia l’erario sia eventuali eredi sconosciuti.
La giurisprudenza favorevole all’erede diligente
Sul versante civilistico, la musica cambia. Le Sezioni Unite della Cassazione (sentenza 24657/2007) hanno stabilito che ciascun coerede può pretendere dalla banca l’intero credito o, quantomeno, la propria quota senza il consenso degli altri. Una pronuncia del 2017 (Cass. 27417) ha persino condannato un istituto che aveva negato il pagamento a due fratelli perché il terzo non collaborava. Dopo il saldo, eventuali conguagli rimangono affare interno fra gli eredi: non un rischio per la banca.
Sulla stessa linea si è espresso l’Arbitro Bancario Finanziario con la decisione di Coordinamento 27252/2018, ribadendo che il pagamento a un coerede non viola l’obbligo di par condicio, purché sia stata prodotta la documentazione successoria richiesta.
Mini-caso: Giulia, Luca e il conto del papà
Giulia eredita il 40 % del conto del padre defunto; suo fratello Luca vive in Australia e non risponde alle mail. Giulia ottiene l’atto notorio presso il tribunale, trasmette alla banca la denuncia di successione telematica, cita la sentenza 24657/2007 e diffida l’istituto a versarle la quota. Dopo venti giorni di silenzio presenta ricorso all’ABF. Prima ancora che il collegio decida, la banca accredita il 40 % sul suo nuovo IBAN. Quando Luca tornerà potrà chiedere la differenza a Giulia, non alla banca: il suo ritardo non può bloccare chi ha fatto le cose per bene.
Saldo e chiusura: due operazioni diverse
Ottenere il saldo di spettanza non significa poter chiudere il conto. Il recesso da un rapporto divenuto plurisoggettivo richiede il consenso unanime degli eredi, perché la banca si trova davanti a un cliente “unico e multiplo” allo stesso tempo. L’art. 125 del Testo unico bancario prevede il recesso di una sola parte, ma dottrina e prassi concordano: nel caso del conto ereditario l’atto è collettivo, non basta la maggioranza.
E se c’è una cassetta di sicurezza?
La Suprema Corte ha esteso la stessa logica alle cassette di sicurezza cointestate. Tutto ciò che vi è contenuto si presume di proprietà comune in parti uguali. Gli eredi del defunto possono pretendere l’apertura, ma – se contestano le quote – devono dimostrare chi fosse il vero proprietario dei beni: fatture, polizze di assicurazione, fotografie, perizie possono fare la differenza. In mancanza, si applica di nuovo la presunzione di uguaglianza prevista dall’art. 11 del T.U. successioni.
Come superare l’ostruzionismo (in tre mosse narrative, senza pallini)
Primo: preparare la documentazione completa, dalla dichiarazione di successione all’atto notorio che elenchi tutti gli eredi. Senza queste carte anche la banca più collaborativa dovrà alzare un muro.
Secondo: richiamare la giurisprudenza che tutela il coerede diligente, citando le pronunce di Cassazione 24657/2007 e 27417/2017 nonché le decisioni ABF favorevoli. Una diffida scritta con riferimenti precisi apre spesso porte insospettate.
Terzo: avviare il ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario. La procedura è telematica, costa poco e molte banche preferiscono evitare una pronuncia sfavorevole sul proprio operato.
Conclusioni e invito all’azione
Il conto corrente ereditario può trasformarsi in un labirinto – fra vincoli fiscali, solidarietà attiva, cassette di sicurezza e parenti introvabili. Eppure le regole ci sono, le sentenze pure: chi le conosce ottiene ciò che gli spetta senza finire in un contenzioso infinito.
Se ti rivedi nella storia di Giulia o temi di incontrare gli ostacoli che abbiamo raccontato, contattaci: studieremo il tuo caso, parleremo con la banca e ti guideremo passo dopo passo verso lo sblocco delle tue somme.



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