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Come si amministra l’eredità vacante?

  • sofiazanelotti
  • 30 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Il momento che va dall’apertura della successione fino all’effettiva accettazione dell’eredità è noto come periodo di vacanza ereditaria. In questa fase, benché gli eredi non siano ancora formalmente subentrati, è fondamentale garantire la tutela e la conservazione del patrimonio del defunto, sia per proteggere i loro futuri diritti, sia per rispettare eventuali crediti vantati da terzi.

eredità vacante

Chi può amministrare l’eredità prima dell’accettazione?

In assenza di un obbligo formale, il chiamato all’eredità – ossia il soggetto designato a ricevere i beni – vanta un semplice potere di amministrazione. Ciò significa che Caia, se unica chiamata nell’esempio di Tizio, potrà vigilare e compiere atti conservativi per evitare che l’azienda di famiglia perda valore, senza però essere costretta a farlo.


Al contrario, esistono figure a cui la legge attribuisce un vero e proprio dovere di amministrare l'eredità vacante. Tra queste rientrano:


  • il curatore dell’eredità giacente, nominato dal tribunale quando nessuno dei chiamati assume la gestione,

  • l’esecutore testamentario, scelto dal defunto per far valere le sue ultime volontà,

  • i genitori nel caso di erede concepito ma non ancora nato,

  • il Prefetto per lasciti destinati a enti non ancora costituiti.


La tre poteri di amministrazione

La dottrina distingue tre diverse attività che il chiamato o l’amministratore devono saper governare:

1. Il potere di vigilanza

Si tratta della fase esplorativa, durante la quale si accerta la composizione del patrimonio e si individuano i rischi di degrado. Per esempio, se un immobile ereditato si trova in zona sismica, è opportuno valutarne le misure di sicurezza prima di accettare l’eredità.

2. Il potere di conservazione

Qui entrano in gioco tutti gli atti necessari a preservare il bene, come la notifica di un atto interruttivo di usucapione a chi occupa da anni un terreno del defunto, o l’esercizio di azioni possessorie – reintegrazione, manutenzione, denunzia di nuova opera o di danno temuto – per opporsi a spogli o molestie.

3. Il potere di amministrazione temporanea

Se il patrimonio richiede interventi urgenti, il chiamato può compiere attività di ordinaria e straordinaria amministrazione, purché mirate alla conservazione. Potrà, per esempio, riscuotere crediti o pagare i dipendenti dell’azienda ereditata. Se invece si tratta di vendere un bene per evitare il suo deterioramento, serve l’autorizzazione del tribunale; altrimenti l’atto conferisce automaticamente allo svolgente la qualifica di erede (accettazione tacita).


Un caso pratico

Immaginiamo che Tizio, imprenditore, lasci ai nipoti Primo, Secondo e Terzo la sua azienda. Se nessuno di loro è pronto ad accettare subito l’eredità e a gestire la società, il tribunale può nominare un curatore dell’eredità giacente. Quest’ultimo seguirà l’andamento dell’attività, pagherà i fornitori e raccoglierà i ricavi, assicurando che al momento dell’accettazione il valore dell’azienda non sia diminuito.


Conclusione

La gestione dei beni ereditari in vacanza richiede competenze tecniche e conoscenza delle norme civilistiche. In caso di dubbi su chi può intervenire o su quali atti siano amministrativi o conservativi, rivolgiti a ForLife per una consulenza personalizzata e tutela dei vostri diritti successori. Prenota ora un appuntamento e visita il nostro sito www.forlifesrl.com


 
 
 

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