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Come si nomina e quali compiti ha il curatore dell’eredità giacente?

  • sofiazanelotti
  • 30 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Quando un’eredità resta “sospesa” perché nessuno dei chiamati ha ancora accettato o preso possesso dei beni, si parla di giacenza dell’eredità. In questi casi, il Tribunale può intervenire nominando un curatore che amministri il patrimonio ereditario nell’interesse di futuri eredi e creditori, evitando dispersione o deterioramento dei beni.

curatore

Cos’è il curatore dell’eredità giacente

Il curatore è un soggetto terzo che assume un ufficio di diritto privato con il dovere di tutelare l’eredità. Non agisce per proprio interesse, ma per conto di chi potrebbe vantare diritti sull’asse ereditario: sia gli eredi che decideranno in seguito di accettare, sia i creditori che rischiano di vedere frustrati i loro crediti in caso di deperimento dei beni.Mini-caso: Tizietto, unico chiamato all’eredità di Tizio, vive da anni all’estero e non ha mai accettato.


Per evitare il deterioramento di un vecchio stabile di famiglia, il Tribunale nomina un curatore dell’eredità giacente che ne cura il mantenimento e la manutenzione.


La nomina del curatore

La richiesta di nomina può partire su istanza delle persone interessate (ad esempio creditori o eredi potenziali) o d’ufficio dal giudice.

  • In base a un’interpretazione, il Tribunale ha piena discrezionalità sulla necessità di nominare un curatore: potrebbe rifiutare se ritiene che l’eredità non richieda amministrazione.

  • Secondo un’altra tesi, invece, se la nomina viene richiesta, il Giudice è tenuto a procedere, scegliendo però liberamente la persona più idonea.

Il provvedimento che nomina il curatore è un decreto di volontaria giurisdizione, non impugnabile, che viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e iscritto nel Registro delle Successioni, per garantire la massima trasparenza.


Il giuramento e l’inventario

Prima di entrare in carica, il curatore presta giuramento davanti al pretore, impegnandosi a «custodire e amministrare fedelmente i beni dell’eredità». Subito dopo, è tenuto a redigere l’inventario dei beni: un elenco dettagliato stilato da un notaio o dal cancelliere del Tribunale, eventualmente coadiuvati da un perito per la valutazione.


L’attività di amministrazione

Il curatore deve compiere ogni atto utile a conservare il valore economico dell’asse eredario:

  • Ordinaria amministrazione: manutenzione ordinaria, riscossione di canoni, gestione di polizze assicurative, senza necessità di autorizzazione preventiva.

  • Straordinaria amministrazione: per atti di maggior rilievo—come la vendita di immobili o la stipula di mutui ipotecari—serve una specifica autorizzazione del Tribunale.

Mini-caso: Se nell’eredità c’è una collezione di orologi di pregio che rischia furto o smarrimento, il curatore promuove la vendita entro 30 giorni dall’inventario per salvaguardare il valore (art. 783 c.p.c.). Se invece serve liquidità per pagare debiti ereditari, può chiedere l’autorizzazione a vendere un immobile gravoso da mantenere.


Legittimazione processuale e pagamento dei debiti

Il curatore può rappresentare l’eredità in giudizio per difenderne i diritti (ad esempio, azioni possessorie o recupero crediti) e per rispondere ai reclami degli altri.Per il pagamento dei debiti ereditari e dei legati, il curatore “può” procedere previa autorizzazione del Tribunale: si dibatte se si tratti di obbligo o facoltà, ma in pratica, se un creditore richiede il pagamento, il curatore non può rifiutarsi, per evitare pignoramenti che comprometterebbero il valore dei beni.


Limiti del curatore e fine della giacenza

Il curatore non può accettare o rinunciare all’eredità in nome degli eredi: questi atti restano prerogativa dei chiamati. Non può neppure stipulare una divisione dell’eredità pro quota, salvo casi controversi legati alla “giacenza pro quota”.La giacenza termina automaticamente quando l’eredità viene accettata da tutti i chiamati o quando gli stessi rinunciano fino al sesto grado, con l’eredità devoluta allo Stato. In caso di morte del curatore, il Tribunale nomina un sostituto per proseguire l’incarico finché permangono beni da amministrare.


Conclusione

Affidarsi a un curatore dell’eredità giacente significa garantire serietà e tutela ai beni ereditari finché non intervengono eredi o creditori. Per chiarire dubbi specifici sul tuo caso e ricevere assistenza qualificata, rivolgiti a ForLife: i nostri esperti ti guideranno passo dopo passo nella gestione della successione e in ogni procedura legale necessaria. Prenota ora un appuntamento e visita il nostro sito www.forlifesrl.com

 
 
 

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