Cos’è il mandato post mortem in senso stretto?
- sofiazanelotti
- 19 ago
- Tempo di lettura: 2 min
Quando si parla di successioni ereditarie, emergono spesso termini tecnici che possono sembrare complessi, ma che regolano situazioni molto concrete della vita quotidiana. Uno di questi è il cosiddetto mandato post mortem in senso stretto, un istituto giuridico che riguarda le volontà del defunto da eseguire dopo la sua morte.

La differenza rispetto al mandato post mortem exequendum
Per capire bene di cosa si tratta, è utile distinguere due fattispecie.
Il mandato post mortem exequendum è un vero e proprio contratto: il defunto (mandante) e un’altra persona (mandatario) si accordano affinché quest’ultima esegua una determinata volontà dopo la morte del primo.
Il mandato post mortem in senso stretto, invece, è un atto unilaterale: non nasce da un contratto, ma da una dichiarazione con cui una persona incarica un’altra di svolgere una determinata attività, senza che vi sia un vero scambio contrattuale.
In pratica, potremmo dire che il primo richiede un accordo tra due parti, mentre il secondo è più simile a un’istruzione scritta che diventa efficace solo dopo il decesso.
Un esempio concreto: le disposizioni sulla sepoltura
Immaginiamo Tizio, che desidera che il suo amico Caio curi la sua sepoltura.
Se i due stipulano un contratto, si parlerà di mandato post mortem exequendum.
Se invece Tizio lascia una dichiarazione unilaterale, siamo di fronte a un mandato post mortem in senso stretto.
In entrambi i casi, Caio dovrà rispettare la volontà di Tizio, ma la base giuridica dell’incarico è diversa.
Le applicazioni nel testamento
Non tutte le disposizioni richiedono un contratto. Alcune volontà possono essere inserite direttamente nel testamento, e la legge stessa le prevede come valide.Due esempi particolarmente importanti:
la nomina dell’esecutore testamentario, cioè la persona incaricata di vigilare sulla corretta esecuzione delle volontà del defunto e di amministrare l’eredità;
la possibilità di designare un terzo che prepari il progetto di divisione ereditaria fra gli eredi, affinché la spartizione avvenga secondo una valutazione imparziale.
Questi casi dimostrano che il mandato post mortem in senso stretto non è un tecnicismo astratto, ma uno strumento che permette di organizzare con chiarezza anche aspetti molto pratici della successione.
Perché è importante conoscerlo
Capire la differenza tra i vari strumenti a disposizione significa evitare incomprensioni e conflitti tra gli eredi. Spesso, infatti, basta una parola sbagliata o un atto giuridico redatto in modo impreciso per creare problemi complessi e liti familiari.
Il mandato post mortem in senso stretto può sembrare un dettaglio, ma in realtà è uno degli strumenti che permettono al testatore di far rispettare le proprie volontà anche su aspetti non patrimoniali, come la sepoltura o la modalità di divisione dell’eredità.
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