top of page

Cos'è la rappresentazione nelle successioni ereditarie?

  • sofiazanelotti
  • 11 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Immagina una staffetta: se il primo corridore si ferma, il testimone passa automaticamente al compagno successivo. Allo stesso modo, la rappresentazione fa “correre” i discendenti al posto di un parente più prossimo (di solito un figlio) che non può o non vuole accettare l’eredità o il legato. Il meccanismo è regolato dall’art. 467 del codice civile e si applica tanto alle successioni “senza testamento” quanto a quelle “con testamento”, se il testatore non ha previsto alternative.

rappresentazione

Quando scatta davvero la rappresentazione

Per far funzionare l’istituto servono due condizioni essenziali. Da un lato, il parente chiamato per primo – il “rappresentato” – deve essere impossibilitato (per morte, indegnità, rinuncia) o semplicemente disinteressato all’eredità.

Dall’altro, deve esistere almeno un discendente – il “rappresentante” – pronto a subentrargli “nel luogo e nel grado”.


È grazie a questa successione testamentaria di rimpiazzo che il patrimonio non “salta” una generazione, ma resta all’interno della linea di sangue designata dal legislatore.


Mini-caso: la villa di nonna Teresa

Nonna Teresa lascia in testamento la sua villa “ai miei due figli, Anna e Luca, in parti uguali”. Anna muore prima di lei lasciando una figlia, Giulia; Luca è vivo ma decide di rinunciare all’eredità. Risultato?

Giulia subentra per rappresentazione nella quota che sarebbe spettata ad Anna, mentre la parte di Luca – rimasta senza eredi in linea retta perché lui ha rinunciato – resta vacante.

Se non interviene un’ulteriore disposizione testamentaria, quella quota confluirà nella successione legittima, coinvolgendo gli altri parenti di nonna Teresa (ad esempio i nipoti da parte di fratelli).


Rappresentazione o sostituzione? Le sottigliezze da conoscere

È facile confondere la rappresentazione con la sostituzione, ma tra le due c’è una differenza sostanziale. La sostituzione dipende dalla volontà del testatore: “Lascio il mio immobile a Luca e, se lui non può o non vuole accettare, a Mara”. Qui Mara entra in gioco solo se Luca sfuma, a prescindere dall’esistenza di discendenti.

Nella rappresentazione, invece, opera la legge: i discendenti del rappresentato hanno la priorità assoluta. Possono esistere testamenti che combinano i due strumenti – per esempio prevedendo prima i discendenti e poi un sostituto esterno – ma in assenza di indicazioni esplicite la rappresentazione prevale.


Cosa accade se mancano discendenti?

Se il rappresentato non ha figli, nipoti o pronipoti, la staffetta si interrompe: la quota dell’eredità “orfana” segue le regole ordinarie, passando agli altri eredi legittimari oppure ai sostituti scelti dal de cuius. L’ordinamento vuole così evitare che i beni restino senza titolare, pur salvaguardando per quanto possibile la continuità familiare.


Un ultimo sguardo pratico

Capire quando e come funziona la rappresentazione significa prevenire liti e incertezze tra parenti. Se stai redigendo un testamento o sei stato coinvolto in una divisione ereditaria complessa, avere chiaro questo meccanismo ti permette di pianificare al meglio – o di far valere i tuoi diritti – senza sorprese.


Vuoi chiarire dubbi specifici sulla tua situazione o valutare soluzioni personalizzate? Contatta ForLife: il nostro team di consulenti successori è pronto ad assisterti passo dopo passo. Prenota ora un appuntamento e visita il nostro sito www.forlifesrl.com

 
 
 

Commenti


bottom of page