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Posso bloccare chi rinuncia all’eredità per non pagarmi? Ecco come i creditori impugnano la rinuncia

  • sofiazanelotti
  • 29 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Perché la legge tutela i creditori quando l’erede scappa dai debiti

Immagina di aver prestato 100 mila euro a Caio. Poco dopo, muore lo zio di Caio lasciando una fortuna, ma Caio – che non ha più liquidità – rinuncia all’eredità. Il tuo credito rischia di diventare carta straccia: il patrimonio dell’unico debitore resterà vuoto, mentre un chiamato in subordine incasserà immobili e conti correnti. Proprio per evitare questo gioco di prestigio, l’articolo 524 del Codice civile fornisce ai creditori un’arma potente: l’impugnazione della rinuncia. Non si tratta di far diventare erede il debitore, bensì di rendere la sua rinuncia inefficace nei confronti dei creditori, così da poter aggredire i beni ereditari fino alla concorrenza dei loro crediti.

Che cos’è l’azione ex art. 524 c.c.

La norma consente al creditore di chiedere al tribunale l’autorizzazione ad accettare l’eredità “in nome e per conto” del debitore rinunciante. La terminologia è un po’ fuorviante: il rinunciante non diventerà erede e non riceverà un euro; l’accettazione vale solo a creare un patrimonio aggredibile dai creditori, i quali potranno procedere per esecuzione forzata come se la rinuncia non fosse mai avvenuta. Per questo l’azione è definita “sui generis”: non è surrogatoria (non sostituisce l’inerzia del debitore), non è revocatoria (non presuppone frode), ma un rimedio ad hoc contro l’atto abdicativo pregiudizievole.


Quando il creditore ha davvero diritto di agire

Due le condizioni fondamentali:

  • Esistenza del credito al momento della rinuncia. Non basta la promessa di futuro credito, serve un diritto già sorto.

  • Pregiudizio concreto. Il creditore deve dimostrare che il patrimonio personale del rinunciante è insufficiente e che l’eredità avrebbe colmato (in tutto o in parte) quel vuoto patrimoniale.

In pratica, se Caio possiede altri beni capienti, la rinuncia non danneggia i creditori e l’azione manca di interesse; se invece Caio è insolvente, il tribunale concederà l’autorizzazione.


Cosa succede a chi ha già accettato in subordine

Il chiamato successivo – per esempio Sempronio – che ha già accettato l’eredità, rimane erede. Ma i beni da lui acquisiti vengono vincolati a garanzia del credito di Primo. Sempronio si trova di fronte a un bivio:

  1. paga i 100 mila euro al posto di Caio e si surroga nei diritti del creditore;

  2. lascia che l’ufficiale giudiziario venda i beni ereditari finché Primo è soddisfatto.

In ogni caso la scelta del debitore di rinunciare all’eredità non può pregiudicare il creditore.


Perché l’azione ex art. 524 conviene (e quando no)

Il vantaggio è evidente: il creditore non deve provare la frode, né attendere una lunga revocatoria. Gli basta mostrare incapacità patrimoniale del debitore e valore dell’eredità. Tuttavia l’azione ha costi (anticipi per esecuzione, perizia, avvocati) e tempi: conviene quando i beni ereditari hanno un valore superiore o almeno pari al credito. Se l’eredità è modesta o gravata da ipoteche, la scelta di procedere può essere antieconomica.


Come si avvia la procedura

Il creditore deposita ricorso presso il tribunale del luogo di apertura della successione, allegando prova del credito e della rinuncia registrata. Il giudice, verificati i requisiti, autorizza l’accettazione in nome del debitore. Segue la fase esecutiva sugli immobili, sui conti o su altri cespiti ereditari.


Conclusione: la rinuncia non è un lasciapassare per scappare dai debiti

Chi pensa di liberarsi dei creditori rinunciando a un’eredità sbaglia strategia. La legge tutela i creditori con un rimedio rapido e incisivo che “riapre” il patrimonio ereditario solo per loro, lasciando intatta la scelta del rinunciante di non diventare erede.


Lo studio ForLife, che da anni assiste in esclusiva su questioni successorie, affianca sia creditori interessati a questa particolare azione sia chiamati all’eredità che vogliono valutare rischi e alternative prima di rinunciare. Un’analisi preventiva può evitare brutte sorprese e contenziosi lunghi anni. Contattaci se hai dubbi su rinunce, azioni ex art. 524 o responsabilità ereditarie: trasformeremo un problema potenziale in una soluzione chiara e legale.

 
 
 

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