Quando si apre la successione e dove si stabilisce l’eredità? Guida al procedimento successorio
- sofiazanelotti
- 28 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Dal punto di vista giuridico la morte di una persona non è soltanto un evento biologico: segna l’avvio di un vero e proprio “procedimento successorio”, un percorso che porta a individuare chi eredita e a che condizioni. Comprendere come si apre la successione, quale importanza abbiano il tempo e il luogo del decesso e come funzionino istituti particolari come la commorienza o la morte presunta è fondamentale per evitare errori, scadenze mancate e contenziosi inutili. In questa guida firmata ForLife troverai un’illustrazione discorsiva ma puntuale di tutti i passaggi cruciali.

L’apertura della successione: l’istante che fa scattare ogni diritto per il procedimento successorio
La successione inizia nel momento esatto in cui si verifica la morte, evento che il Codice civile colloca all’articolo 456 individuandone anche la cornice spaziale, l’ultimo domicilio del defunto. Il rapporto fra tempo e luogo è decisivo perché da esso discendono la competenza degli uffici pubblici, la giurisdizione dei tribunali e i termini entro cui gli eredi devono accettare o rinunciare.
La morte non è più misurata con l’“ultimo respiro” ma con un dato clinico preciso: la cessazione irreversibile delle funzioni dell’encefalo, come stabilito dalla legge 578/1993. Questa definizione è essenziale non solo per il diritto delle successioni, ma anche per la disciplina dei trapianti e per le garanzie sanitarie collegate.
Perché conta l’ultimo domicilio e non il luogo fisico del decesso
Il legislatore preferisce il domicilio, luogo in cui la persona ha il centro principale dei propri affari e interessi. Immaginiamo un professionista milanese che muoia accidentalmente in Sicilia durante le vacanze: l’apertura della successione non avviene nell’isola, bensì a Milano, perché lì si concentra la sua vita economica e familiare. Questa scelta facilita la gestione degli adempimenti, dalla conservatoria dei registri alle autorizzazioni del tribunale per vendere beni ereditari.
Il problema della commorienza: quando l’ordine delle morti è incerto
Non sempre è possibile stabilire chi sia deceduto per primo. L’articolo 4 del Codice civile introduce allora la presunzione di morte contemporanea: se due persone muoiono nello stesso evento senza che si possa ricostruire l’ordine dei decessi, la legge li considera scomparsi nello stesso istante.
Il criterio evita complicate ricostruzioni e riduce le disparità che deriverebbero da successioni a catena. Così, nel caso di due coniugi senza figli deceduti in un incidente, i rispettivi patrimoni si devolvono direttamente ai loro ascendenti o fratelli senza passare dall’uno all’altro.
Scomparsa, assenza e morte presunta: dal curatore alla sentenza definitiva
Può accadere che di una persona non si abbiano più notizie. Dopo due anni di silenzio può essere dichiarata assente e i potenziali eredi sono immessi nel possesso temporaneo dei beni, amministrandoli ma senza poterli considerare propri. Se trascorrono dieci anni dall’ultima notizia, il tribunale emette la sentenza di morte presunta, che apre la successione in tutto e per tutto.
Tale sentenza resta però precaria: se il presunto defunto riappare, recupera i suoi beni nello stato in cui si trovano o il loro prezzo se sono stati venduti. Inoltre, se si accerta una data di morte diversa da quella presunta, gli assetti successori vanno ricostituiti in base alla data reale.
Vocazione e delazione: dall’identificazione degli eredi all’offerta di eredità
Con l’apertura della successione si attivano due fenomeni solo in apparenza sovrapposti: la vocazione o chiamata individua chi, per legge o per testamento, è potenzialmente titolato a succedere; la delazione consiste invece nell’offerta concreta di accettare il patrimonio. In molti casi i due atti coincidono: chi la legge designa è anche il destinatario attuale dell’eredità. Esistono però situazioni in cui la delazione è sospesa, come nelle istituzioni sotto condizione sospensiva o nelle sostituzioni: in questi casi il primo “vocato” non è ancora delato finché non si verifica l’evento che gli attribuisce il diritto. Solo il delato – non il semplice chiamato – può compiere gli atti conservativi e di amministrazione temporanea previsti dall’articolo 460.
Scadenze, valori e diritto internazionale: perché tempo e luogo non sono dettagli
Dal momento del decesso decorrono termini fondamentali: dieci anni per accettare o rinunciare, tre mesi per l’inventario se si è nel possesso di beni ereditari, obblighi fiscali entro dodici mesi per la dichiarazione di successione. Il valore del patrimonio da assumere per collazione o per calcolare la quota disponibile è quello esistente alla data di apertura della successione. Sul piano internazionale, il Regolamento UE 650/2012 lega la legge applicabile alla residenza abituale al momento della morte, salvo che il defunto abbia scelto la legge del proprio Stato di cittadinanza: ulteriore riprova di quanto il “dove” e il “quando” incidano sul destino dei beni.
Conclusione
L’apertura della successione è il perno di tutto il procedimento successorio. Identificare correttamente data, ora e luogo e comprendere gli effetti di istituti come la commorienza o la morte presunta consente agli eredi di agire con tempestività, evitare responsabilità inattese e rispettare le volontà del defunto.
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