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Si può pagare un debito con il testamento?

  • sofiazanelotti
  • 29 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

Quando si parla di successione ereditaria, capita di imbattersi in formule giuridiche poco chiare, ma che nella pratica hanno conseguenze molto concrete. Una di queste è la datio in solutum testamentaria, anche chiamata legato di debito improprio.

Ma di cosa si tratta esattamente?

debito testamento

Un esempio pratico per capire meglio

Immaginiamo che Tizio abbia contratto un mutuo e sia rimasto debitore nei confronti del suo amico Caio per 20.000 euro. Nel suo testamento, Tizio scrive:

«Lego a Caio la proprietà del mio box auto, in questo modo volendo adempiere all’obbligazione di pagare il debito di 20.000 euro.»

In questo caso, Tizio non lascia un bene per “generosità”, ma per soddisfare un debito che già aveva in vita, sostituendo al denaro la proprietà di un bene materiale.


La regola generale: serve il consenso del creditore

Il nostro Codice Civile (art. 1197 c.c.) è molto chiaro: il debitore non può liberarsi con una prestazione diversa da quella dovuta senza il consenso del creditore. In altre parole, se devo pagarti 20.000 euro, non posso darti un box auto al loro posto, a meno che tu non sia d’accordo.

La domanda che nasce è: cosa succede quando questa scelta viene fatta nel testamento? Il creditore deve comunque dare il suo consenso, o basta la disposizione scritta del defunto?


Due orientamenti diversi

Gli studiosi si sono divisi su questo punto:

1. L’acquisto automatico del legato

Secondo una prima interpretazione, il legato produce effetti subito con l’apertura della successione: il creditore diventa proprietario del box auto e il debito si estingue automaticamente. Resta però la possibilità per il creditore di rinunciare al legato e pretendere invece l’adempimento del debito originario. In questo senso, il consenso si considera implicito se il creditore non rifiuta.


2. Necessità di accettazione espressa

Un’altra parte della dottrina sostiene che non basta il silenzio: serve un consenso espresso da parte del creditore, perché la datio in solutum ha natura contrattuale. Senza questa manifestazione di volontà, non si può dire che il creditore sia effettivamente tacitato.


Una soluzione di equilibrio: il legato condizionato

Per evitare incertezze e possibili conflitti, alcuni autori propongono una formula intermedia: inserire nel testamento una condizione sospensiva.

Ad esempio, Tizio potrebbe scrivere:

«Lego a favore del mio creditore Caio la proprietà del mio box auto, a tacitazione del debito di 20.000 euro, a condizione che Caio dichiari espressamente di accettare questo legato entro un anno dall’apertura della mia successione.»

In questo modo si rispettano sia la volontà del testatore, sia il diritto del creditore di decidere se accettare la sostituzione o pretendere il pagamento in denaro.


Perché è importante conoscerlo?

La datio in solutum testamentaria è una forma particolare di legato che unisce due mondi: quello dei debiti e quello delle eredità. Non è solo una questione di “lasciare un bene”, ma di chiudere un rapporto obbligatorio attraverso il testamento.

Può essere uno strumento utile, ma richiede attenzione per evitare che gli eredi si trovino bloccati in un’incertezza giuridica su cosa il creditore accetterà davvero.


Conclusione

Quando un testamento contiene clausole di datio in solutum, è fondamentale analizzarle con precisione: si rischia di interpretarle male, con conseguenze pesanti per eredi e creditori.


Se stai pensando di inserire una disposizione simile, o se sei erede e ti trovi di fronte a un legato di questo tipo, il consiglio è di non improvvisare: affidati a professionisti che sappiano guidarti. Noi di ForLife siamo qui per aiutarti a dare chiarezza a queste situazioni complesse, trasformando regole astratte in soluzioni pratiche. Prenota ora un appuntamento e visita il nostro sito www.forlifesrl.com


 
 
 

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