top of page

Successione e figli adottivi: posso lasciare l’eredità a un figlio che ancora non c’è?

  • sofiazanelotti
  • 17 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Hai mai fantasticato su come sarà la tua famiglia fra dieci o quindici anni? C’è chi immagina nipoti che ancora non sono nemmeno nei pensieri dei propri figli e, magari, un domani potrebbero arrivare tramite adozione. E qui scatta la domanda: l’art. 462 c.c. — la norma che permette di nominare eredi nel testamento i “figli non ancora concepiti” — vale anche per i futuri figli adottivi?

figli adozione eredità

L’art. 462 c.c. spiegato senza sbadigli

Il terzo comma dell’art. 462 suona (più o meno) così: si può lasciare un’eredità ai figli che nasceranno dopo l’apertura della successione. Il legislatore, però, parla di figli “concepiti”. Nessun accenno esplicito a chi diventerà figlio per via giudiziale.

E allora?

Immagina Tizio che scrive: «Lascio tutto al primogenito di Caio». Se Caio e sua moglie, dopo la morte di Tizio, adottano Mevio, quel ragazzo diventa giuridicamente figlio primogenito. Ma eredita davvero?


Due scuole di pensiero: la sfida è aperta

C’è chi dice di sì. Legge 184/1983, art. 27: l’adottato “acquista lo stato di figlio nato nel matrimonio”. Tradotto: una volta firmati i documenti, non c’è più alcuna differenza.

Se il diritto riconosce lo stesso status di figlio, perché discriminarlo in un testamento?


La corrente opposta alza il sopracciglio. L’art. 462 — dicono — è una norma speciale che parla di “concepimento”, non di adozione. Estenderla sarebbe come indossare la tuta del fratello maggiore: non calza a pennello. In più, far dipendere l’erede da una decisione di terzi (il giudice dell’adozione) violerebbe il principio di personalità del testamento (art. 631 c.c.). Insomma, sarebbe il giudice, non il testatore, a stabilire chi incassa l’eredità.


Un esempio da telenovela, ma utile

Torniamo a Tizio. Muore nel 2025. Caio adotta Mevio nel 2027. Secondo la prima tesi, Mevio diventa erede e magari si compra la casa al mare con i soldi di Tizio. Secondo la seconda tesi, Mevio resta a bocca asciutta e l’eredità finisce altrove.


Morale: lo stesso atto di adozione può trasformarsi in un biglietto dorato o in un pugno di mosche, a seconda del giudice (e dei tribunali che seguiranno).


E l’art. 567 c.c.? Un altro pezzo del puzzle

Il Codice civile equipara i figli adottivi ai naturali quando si tratta di ereditare dai loro adottanti, ma li esclude dalla “linea collaterale” (zii, nonni, cugini dell’adottante). Morale della favola: senza un testamento scritto bene, l’adottato ha meno corsie preferenziali di quanto si pensi.


La via più sicura: scrivi nero su bianco ciò che vuoi

Vuoi davvero che il futuro figlio adottivo di tua figlia entri — a colpo sicuro — nella tua successione? Usa una formula cristallina: «Lascio l’intero patrimonio ai figli, naturali o adottivi, presenti e futuri, di…».


Viceversa, se non ti piace l’idea, indica nomi e cognomi precisi o affida il patrimonio a un trust con regole chiare: ridurrai al minimo i litigi in famiglia.


Perché ForLife può aiutarti

Fra latinismi e codicilli è facile inciampare. Noi di ForLife traduciamo il legalese in parole semplici, ma senza banalizzare. Vuoi un testamento che parli di amore, non di cavilli? Passa da noi: troveremo la chiave giuridica che assicura un futuro sereno — anche a chi, oggi, esiste solo nei tuoi sogni.

 
 
 

Comments


bottom of page