Successione necessaria: cosa spetta ai legittimari?
- sofiazanelotti
- 15 ore fa
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Quando si parla di successione ereditaria, uno dei temi che crea più domande e conflitti familiari è quello della successione necessaria. Si tratta della regola che tutela i parenti più stretti del defunto – i cosiddetti legittimari (coniuge, partner unito civilmente, figli e, in mancanza, gli ascendenti) – ai quali la legge riserva una quota minima di eredità, detta quota di riserva o legittima.

In altre parole, anche se il testatore lascia scritto nel testamento di voler destinare tutti i beni a un amico, a un ente benefico o a un figlio soltanto, la legge interviene garantendo comunque agli altri legittimari una parte del patrimonio. È il principio dell’intangibilità della legittima, sancito dall’art. 457 c.c.: nessun testamento o donazione può cancellare questo diritto.
La quota di legittima: diritto inviolabile ma solo “quantitativo”
Spesso si crede che i legittimari abbiano diritto a una quota su tutti i beni del defunto. In realtà, il diritto tutelato riguarda solo il valore complessivo dell’eredità, non i singoli beni che la compongono. Questo significa che il testatore può scegliere se lasciare al figlio la proprietà di un immobile, una somma in denaro o un mix di beni, purché l’insieme raggiunga il valore corrispondente alla quota di riserva.
Un esempio pratico: se il patrimonio vale 600.000 euro e i figli sono due, ciascuno avrà diritto a 200.000 euro di quota di riserva. Il padre può destinare al primo figlio la casa di famiglia da 400.000 euro e al secondo un fondo agricolo da 200.000 euro. Oppure può suddividere diversamente, purché nessuno venga leso nel valore complessivo che gli spetta.
Quando il testamento o le donazioni ledono i legittimari
Può accadere che il defunto, per scelta o dimenticanza, lasci nel testamento disposizioni che riducono o escludono i legittimari. In questi casi entra in gioco l’azione di riduzione, un rimedio previsto dal codice civile (artt. 553 e seguenti c.c.) che consente agli eredi lesi di far dichiarare inefficaci le disposizioni che li hanno penalizzati.
In pratica, i beni oggetto di testamento o donazione tornano nella massa ereditaria e vengono riassegnati, garantendo ai legittimari la loro quota di legge.
Limiti per il testatore
Il testatore non può:
imporre pesi o condizioni sulla quota di legittima (art. 549 c.c.);
“tacitare” i legittimari con beni che non fanno parte del patrimonio ereditario.
Un caso tipico è quello in cui il defunto lascia un immobile al figlio maggiore e prevede che quest’ultimo debba liquidare di tasca propria la quota spettante al fratello. Questa previsione è invalida, perché la legittima può essere formata solo con i beni dell’eredità.
Perché è importante pianificare con attenzione
La successione necessaria mostra bene come la libertà di disporre del proprio patrimonio non sia assoluta. Senza un’attenta pianificazione, il rischio è quello di lasciare in eredità non solo beni, ma soprattutto conflitti familiari e cause legali che durano anni.
Ecco perché è utile farsi seguire da esperti. In ForLife ci occupiamo di:
Consulenza testamentaria: redazione e revisione di testamenti per evitare disposizioni nulle o conflittuali.
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Un testamento scritto bene, custodito in modo sicuro e aggiornato nel tempo permette di rispettare la volontà del defunto senza ledere i diritti dei legittimari.
Conclusione
La successione necessaria garantisce un equilibrio tra libertà del testatore e tutela dei legittimari. Ignorarla significa esporsi a contenziosi che possono compromettere i rapporti familiari e ritardare la distribuzione dell’eredità.
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