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Quando l’accrescimento non opera nell’eredità? Ecco come funziona la rappresentazione e la volontà contraria del testatore

sofiazanelotti

Nel diritto successorio, l’accrescimento è un meccanismo che permette agli eredi chiamati in maniera “solidale” (ossia più persone chiamate a una stessa quota o senza distinzione di quote) di aumentare la propria partecipazione ereditaria se uno di essi non vuole o non può accettare. Tuttavia, la legge prevede precise ipotesi in cui l’accrescimento non può avvenire: se il testatore l’ha escluso con chiarezza, se opera la rappresentazione o se scatta la trasmissione del diritto di accettare l’eredità. Vediamo insieme perché e come ciò accade, con esempi pratici.


accrescimento

Accrescimento e chiamata solidale: un rapido ripasso

Prima di approfondire le eccezioni, ricordiamo che l’accrescimento scatta in caso di “chiamata ereditaria comune”: più persone istituiscono eredi su una stessa quota (o senza determinazione di quote) e se uno di questi soggetti non accetta, la sua quota si “espande” a vantaggio degli altri coeredi, finché non si arrivi a una separazione delle parti o non emerga una volontà diversa del testatore.


Esclusione dell’accrescimento per volontà del testatore

Una prima ipotesi in cui non si applica l’accrescimento è quando il testatore manifesta chiaramente nel testamento di volerlo escludere. L’art. 674, comma 3, c.c. stabilisce infatti che «l’accrescimento non ha luogo quando dal testamento risulta una diversa volontà del testatore».


Come può il testatore escludere l’accrescimento?

  • Dichiarazione inequivocabile. Ad esempio, Tizio scrive: “Nomino eredi Caio e Sempronio in quote uguali, escludendo l’operare dell’accrescimento”. In tal caso, se uno dei due non accetta, la sua quota non passerà all’altro.

  • Sostituzione del chiamato mancante. Il testatore può indicare un “sostituto” che subentra nel caso in cui il primo chiamato rinunci o non possa accettare. Esempio: “Istituisco eredi Caio e Sempronio, con esclusione dell’accrescimento, e se Caio non accetta la sua quota, essa sia devoluta a Mevio.”

Se il testatore si limita a escludere l’accrescimento senza nominare un sostituto, la quota vacante andrà agli eredi legittimi (art. 677 c.c.). Se invece prevede un ulteriore beneficiario, si configura una sostituzione ordinaria a beneficio di chi subentra.


Rappresentazione: quando i discendenti subentrano

La rappresentazione è un altro istituto che esclude l’accrescimento. Se il chiamato mancante è figlio o fratello/sorella del de cuius e ha a sua volta dei discendenti, questi ultimi possono succedere in rappresentazione (art. 467 c.c.), rilevando così il posto del chiamato impossibilitato o rinunciatario.

Esempio pratico

Immaginiamo che Tizio istituisca suoi eredi Caio, Sempronio e Mevia (tutti fratelli), in parti uguali senza specificare altro. Se Caio non vuole o non può accettare l’eredità, i discendenti di Caio subentrano nel suo posto. Di conseguenza, non scatta l’accrescimento a favore di Sempronio e Mevia. Ai sensi dell’art. 674, comma 4, c.c., è “salvo in ogni caso il diritto di rappresentazione”, che prevale sull’accrescimento.


Trasmissione del diritto di accettare l’eredità (art. 479 c.c.)

C’è un ulteriore scenario in cui l’accrescimento non può trovare spazio: la trasmissione del diritto di accettare. Ciò avviene se il chiamato muore senza aver ancora accettato o rinunciato all’eredità, ma prima che l’eredità si sia devoluta definitivamente altrove. In questo caso, il suo diritto di accettazione passa ai suoi eredi.


Esempio

  • Primo istituisce eredi al 50% i due figli Secondo e Terzo.

  • All’apertura della successione, Secondo muore senza aver né accettato né rinunciato.

  • Ora, il diritto di accettare l’eredità di Primo si trasmette agli eredi di Secondo, quindi la quota non può “accrescersi” a Terzo. Non siamo in presenza di un chiamato che non possa o non voglia accettare, bensì di un chiamato defunto il cui diritto passa a un nuovo soggetto.


Conclusioni: come affrontare l’esclusione dell’accrescimento

L’accrescimento, per quanto utile, non opera in modo automatico e in ogni caso. La volontà contraria del testatore, la presenza di discendenti (rappresentazione) o la trasmissione del diritto di accettare cambiano radicalmente gli esiti della successione.

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